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Diario di viaggio

Viaggio in Tibet

Alla ricerca di Shangri-La  

Tratto dai viaggi di

Michael Wood (storico)

 

Pagina 1

Michael Wood è uno storico inglese di portata internazionale, oggi  in particolare è conosciuto come reporter storico, abile promulgatore di documentari di viaggio in ambienti storici.

Famosi sono i suoi documentari sulla vita si Alessandro Magno, o ancora quelli che riguardano i miti e gli eroi dei nostri tempi. Tra questi in particolare vogliamo qui citare il suo viaggio esplorativo in Tibet alla ricerca della mitica terra di Shambala (ricordate il libro la Profezia di Celestino di James Redfield?).

Segue un piccolo riassunto rielaborato sul suo viaggio in Tibet.

 

"...Anni fa, mio padre sognava il Tibet; sognava i lamas e i monasteri, i leopardi di neve e la leggenda dello Shangri-La.

 

Tra i libri, nella sua libreria, c'era quello del Lama Govinda, La Via delle Nuvole Bianche, che narrava della città perduta di Tsaparang prima della sua distruzione avenuta nel momento in cui l'invasione cinese pose fine allo Stato Tibetano.

 

Tsaparang , fu la capitale del Regno di Guge, fondata nel 9º secolo alla estremità ovest del territorio tibetano. Fu sacchegiata e abbandonata nel 1685 e distrutta infine negli anni sessanta dai militari della rivoluzione culturale della Cina di Mao.

 

Nel 1949, Lama Govinda cosi' descrive la citta' di Tsaparang nel suo libro,

 

"...quando i nostri occhi videro il castello in cima alla città di Tsaparang, che sembrava uscire dall'incavo della solida pietra dell'isolato monolitico della montagna sacra, fummo immersi da un inspiegabile sentimento di meraviglia e incredubilità....nella immensa solitudine e statisticità della citta' abbandonata e nella semi oscurità dei suoi tempi, pareva che l'esperienza spirituale delle generazioni succedutesi nel tempo si proiettasse nelle immagini e nelle forme dei tempi che parevano inalzarsi al di là del tempo e dello spazio."

 

Da quando, bambino, scoprii questo libro, un indefinito sentimento di esplorare quei luoghi si fece strada in me.

Mi ci vollero quasi più di 30 anni per esaudire il mio desiderio, ma come dicono i Lama Tibetani:  il viaggio migliore arriva a suo tempo.

 

Andai a Tsaparang alla ricerca dell'antica leggenda Tibetana di Shambala, il regno perduto della cultura  Buddista.

In occidente si incominciò a parlare della leggenda dello Shangri-la tramite lo scrittore inglese James Hilton e la sua novella 'Lost Horizon' (Orizzonti Perduti) del 1933.

Il libro di Hilton narra  di una comunità e del loro monastero situati in una valle sconosciuta del Tibet, la Valle di Shangri-La. Si narra di come questa comunità si presenti ad alcuni superstiti di un incidetente aereo tagliata fuori dal tempo e dallo spazio e di come essa raccolga la saggezza umana più alta, e  la verità spirituale ultima.

Nella sua fiction Hilton prende comunque spunto da testimonianze realmente accadute, tra cui in particolare i racconti del portoghese missionario gesuita Antonio Andrade.

Il padre gesuita, vissuto secoli prima, si rifaceva a sua volta alle storie raccontate dai suoi predecessori in visita in India.  Andrade raccontava nel 19° secolo del ritrovamento in quel di Calcuta di un manoscrito, che più volte andò perduto, il quale conteneva l'autobiografia di un missionario gesuita del 16° secolo allora alla corte dell'imperatore Moghul Akbar. Il manoscritto raccontava di una Valle Misteriosa nella regione delle alte montagne bianche...il Tibet o la mitica Shambala nella Valle dello Shangri-La?

 

Queste sono pertanto storie basate su una valle segreta situata tra le  montagne Himalayane, dove, si dice, la saggezza dell'umanità viene preservata per il futuro della terra, dove malattia e morte sono rare e dove tutto fiorisce a nuova vita"

 

Michael Wood intraprende questo viaggio alla ricerca appunto della città perduta di Tsaparang, oggi considerata atmosfera ideale per una possibile Valle dello Shangri-la.

 

Iniziando il suo viaggio egli racconta:

 

"Il mio viaggio iniziò a 400 km nord-ovest di Kathmandu, in Nepal, nella città di Simikot, da dove partimmo a piedi sino alla Valle di Limi.

 

Il panorama che si presenta davanti a noi è indescrivibile.

 

Nella piccole città della valle, arriviamo a  Jhang, dove la cultura monastica Tibetana è ancora intatta, e sembra non aver vissuto le tragiche esperienze del Tibet incorporato dalla Cina.

In Jhang incontriamo il Lama, un uomo grosso e tarchiato con indosso un cappotto fatto di seta rossa. Sua figlia ci prepara il famoso 'butter tea' (il tè al burro tipico delle montagne Himalayane), mentre lui ci accompagna nella camera delle preghiere, un luogo pieno di ornamenti tipici, pendoli di seta, libri e bronzi, salvati dalla distruzione avvenuta nel suo luogo d'origine.

Ci disse "Siamo sempre parte del Tibet, e siamo puri Tibetani nella nostra cultura. Nel Tibet, ora parte della Cina, l'antica cultura è stata distrutta, ma qui al di là del confine, ancora vive".

Stando nella casa del Lama, pensai a come la valle di Limi si possa inserire nel contesto della leggenda di Shambala: una valle nascosta, un monastero che ha preservato  la saggezza degli antichi per le generazioni future dopo che la patria madre aveva e sta vivendo tante sofferenze.

Domandai al Lama la sua opinione su Shangri-La, e lui mi rispose "...esiste ancora!"

 

Continua alla pagina 2

 

 

 

 

 

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